Fermare la rottamazione della
nostra storia
PARCHEGGIO DI VIA
GUIDARELLI, UN ALTRO SCEMPIO NEL SILENZIO COLLETTIVO
Il comitato
AveRavenna presenta le sue osservazioni
al progetto del Comune per l’area dell’ex-cinema Roma
La
Soprintendenza per i beni Archeologici dell’Emilia Romagna – Bologna si esprime
in merito all’elevazione di un parcheggio modulare nell’attuale area di
proprietà della Curia, in via Guidarelli, concedendo il nulla osta alla
suddetta costruzione, se non per quel
che concerne la posa di un disoleatore (pozzetto di raccolta olii) che verrà
inserito a -0,60 cm dal piano di campagna e per cui si richiede uno stretto
controllo archeologico.
Gli uffici tecnici della Provincia
hanno dichiarato che “come criticità è
indicata l’alta potenzialità archeologica dell’area dovuta alla presenza di
stratificazioni complesse che dall’età romana si protraggono fino alla moderna,
ma considerato che l’intervento non prevede la realizzazione di piani interrati
e la struttura da installare non necessita nemmeno di scavi di fondazione, si ritiene che non sussistano
criticità in merito ai lavori da effettuarsi.”-
La Provincia richiede inoltre : “… si richiede l’esecuzione di altre prove
in situ spinte almeno a -20 m. di profondità dal piano di campagna. L’indagine
deve coprire tutta l’area interessata da urbanizzazione ed edificazione in modo
fitto e omogeneo”… .
Si tratta di un ulteriore danno
aggiunto a quello di 5 anni fa, quando si eseguirono i primi sondaggi
penetrometrici richiesti dalla curia per
un progetto che non fu poi realizzato. La Soprintendenza era stata
preventivamente avvisata?
I sondaggi penetrometrici sono
rilevazioni che consentono di tastare la struttura del terreno per valutarne la
stabilità per eventuali edificazioni.
Sono invasivi perché demoliscono tutto lo strato archeologico sommerso.
I sondaggi penetrometrici non
possono rilevare mai eventuali “morfologie archeologiche sepolte” in quanto non
permettono l’estrazione di carotaggi di terreno, gli unici elementi che gli
archeologi analizzano per individuare la stratificazione di quello che può
essere sepolto.
Ancora più celatamente, edotti
dall’incidente di Piazza Anita Garibaldi, che non si doveva come sempre
verificare ma che ha permesso la scoperta di una pavimentazione in mosaico, ci
si munisce di strumenti ancor più raffinati che nascondono e non permetteranno
mai più di scoprire quella parte di Ravenna che ci aspetta da secoli … .
Siamo sulla via che entrando da
PORT’AUREA e uscendo dal PONS AUGUSTUS formava il ”cardo maximus dell’oppidum”.
Nella prima metà del 1800, dal lato angolo via Port’Aurea con vicolo S.Andrea,
si trovarono un grande sarcofago iscritto, databile al periodo romano, ed, alla
profondità di circa 4 metri, i resti di un edificio romano con quattro pavimenti a mosaico.
Siamo su quella retta viaria che
conduceva probabilmente al FORO romano.
Benvenuti tra gli alieni!
Perché la Soprintendenza punta il
dito unicamente al disoleatore? Cos’è che non ammette ignoranza, la legge?
Indagini penetrometriche fitte e
omogenee a -20 m. e si incroceranno le
dita per non inciampare nelle solite disgrazie di quando si scava in questa
città e ci si augura sempre di non scoprire nulla.
Si frantumerà tutto
irrimediabilmente e tutto nuovamente si potrà imputare a chi di Ravenna non si
vuole occupare e a chi nel nostro Comune ha saputo con tanta solerzia dilungare
i tempi per l’attuazione della Carta delle potenzialità archeologiche.
A chi imputeremo questa ennesima
distrazione? LA LEGGE NON AMMETTE IGNORANZA.
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