AveRavenna

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domenica 3 gennaio 2016

Fermare la rottamazione della nostra storia
PARCHEGGIO DI VIA GUIDARELLI, UN ALTRO SCEMPIO NEL SILENZIO COLLETTIVO
Il comitato AveRavenna  presenta le sue osservazioni al progetto del Comune per l’area dell’ex-cinema Roma


  21 novembre 2014
 


La Soprintendenza per i beni Archeologici dell’Emilia Romagna – Bologna si esprime in merito all’elevazione di un parcheggio modulare nell’attuale area di proprietà della Curia, in via Guidarelli, concedendo il nulla osta alla suddetta costruzione, se non per  quel che concerne la posa di un disoleatore (pozzetto di raccolta olii) che verrà inserito a -0,60 cm dal piano di campagna e per cui si richiede uno stretto controllo archeologico.                                                                                                                   
Gli uffici tecnici della Provincia hanno dichiarato che “come criticità è indicata l’alta potenzialità archeologica dell’area dovuta alla presenza di stratificazioni complesse che dall’età romana si protraggono fino alla moderna, ma considerato che l’intervento non prevede la realizzazione di piani interrati e la struttura da installare non necessita nemmeno di scavi  di fondazione, si ritiene che non sussistano criticità in merito ai lavori da effettuarsi.”-
La Provincia richiede inoltre : “… si richiede l’esecuzione di altre prove in situ spinte almeno a -20 m. di profondità dal piano di campagna. L’indagine deve coprire tutta l’area interessata da urbanizzazione ed edificazione in modo fitto e omogeneo”… .
Si tratta di un ulteriore danno aggiunto a quello di 5 anni fa, quando si eseguirono i primi sondaggi penetrometrici  richiesti dalla curia per un progetto che non fu poi realizzato. La Soprintendenza era stata preventivamente avvisata?
I sondaggi penetrometrici sono rilevazioni che consentono di tastare la struttura del terreno per valutarne la stabilità  per eventuali  edificazioni.  Sono invasivi perché demoliscono tutto lo strato archeologico sommerso.
I sondaggi penetrometrici non possono rilevare mai eventuali “morfologie archeologiche sepolte” in quanto non permettono l’estrazione di carotaggi di terreno, gli unici elementi che gli archeologi analizzano per individuare la stratificazione di quello che può essere sepolto.
Ancora più celatamente, edotti dall’incidente di Piazza Anita Garibaldi, che non si doveva come sempre verificare ma che ha permesso la scoperta di una pavimentazione in mosaico, ci si munisce di strumenti ancor più raffinati che nascondono e non permetteranno mai più di scoprire quella parte di Ravenna che ci aspetta da secoli … .
Siamo sulla via che entrando da PORT’AUREA e uscendo dal PONS AUGUSTUS formava il ”cardo maximus dell’oppidum”. Nella prima metà del 1800, dal lato angolo via Port’Aurea con vicolo S.Andrea, si trovarono un grande sarcofago iscritto, databile al periodo romano, ed, alla profondità di circa 4 metri, i resti di un edificio romano con  quattro pavimenti a mosaico.   
Siamo su quella retta viaria che conduceva probabilmente al FORO romano.
Benvenuti  tra gli alieni!
Perché la Soprintendenza punta il dito unicamente al disoleatore? Cos’è che non ammette ignoranza, la legge?
Indagini penetrometriche fitte e omogenee a -20 m.  e si incroceranno le dita per non inciampare nelle solite disgrazie di quando si scava in questa città e ci si augura sempre di non scoprire nulla.
Si frantumerà tutto irrimediabilmente e tutto nuovamente si potrà imputare a chi di Ravenna non si vuole occupare e a chi nel nostro Comune ha saputo con tanta solerzia dilungare i tempi per l’attuazione della Carta delle potenzialità archeologiche.
A chi imputeremo questa ennesima distrazione? LA LEGGE NON AMMETTE IGNORANZA.
Un ringraziamento a quanti, speriamo, si adopereranno per salvaguardare questo immenso patrimonio storico dalla distruzione.    

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