Lettera Aperta di AveRavenna al Ministro sulla valorizzazione archeologica dell'ex caserma Alighieri
Venerdì 24 Luglio 2015Il Comune di Ravenna e il Ministero della Difesa hanno sottoscritto un Protocollo di intesa per la valorizzazione della ex Caserma di via Bixio dove si propone la costruzione di palazzine residenziali e autosilos a parcheggio per oltre 400 auto
Martedì 28 luglio il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini sarà a Ravenna per inaugurare il sito dell'Antico Porto di Classe. Il Comitato AveRavenna coglie l'occasione al volo e invia oggi all'indirizzo del ministro una Lettera Aperta avente per oggetto la "richiesta di valorizzazione archeologica dell’area della ex caserma Dante Alighieri."
"Egregio Signor Ministro On. Dario Franceschini - recita le Lettera Aperta - ci permettiamo rivolgerLe questo appello urgente, certi della Sua sensibilità. Il Comune di Ravenna ed il Ministero della Difesa hanno sottoscritto un Protocollo di intesa il 10 dicembre 2010, per la valorizzazione della ex Caserma Dante Alighieri dove si propone la costruzione di palazzine residenziali e autosilos a parcheggio per oltre 400 auto nell’area della ex caserma in via Bixio. Dal Protocollo d’intesa è scaturito uno Studio per la valorizzazione ed alienazione della ex Caserma Dante Alighieri in data 6 dicembre 2012. La Soprintendenza ai beni culturali dell’Emilia-Romagna ha evidenziato l’alta potenzialità archeologica dell’area per la probabile presenza di strutture insediative che dall’età romana pervengono fino a quella medioevale. La Soprintendenza ha prescritto però l’esecuzione di scavi di sondaggio e di verifica del sottosuolo solo se saranno previsti edifici con parti interrate. Riteniamo non giustificabile ed inaccettabile che lo Stato rinunci a far conoscere al mondo la città di Ravenna ai tempi dell’impero romano."
"L’area della caserma Dante Alighieri è quella dove si registra il più alto valore di potenziale archeologico della città. - continua il Comitato AveRavenna - Si trova esattamente su uno dei cardini della città repubblicana. Nella divisione in zone della città antica vi si trova un intero isolato delimitato dalle attuali via di Porta Aurea e via Guidarello Guidarelli, solo lievemente traslata rispetto all’originaria strada che costituiva il prolungamento dell’antico asse stradale che si trova sotto l’attuale via Ercolana. Nell’area la prima fase di occupazione si trova generalmente oltre i 4,5 m di profondità dal piano attuale di calpestio, ma le fasi tardo antiche si rinvengono anche a 2,5 m. A poche decine di metri, in via Morigia, il deposito archeologico raggiunge una profondità di 9 metri rispetto al piano di calpestio. La tradizione storico-erudita indica che nella zona doveva trovarsi l’Anfiteatro, il tempio di Apollo e quello di Mercurio e di Bacco. Nessuna delle due evidenze è sostanziata da prove archeologiche, ma è certo che l’area faceva parte integrale dell’impianto urbano antico, almeno a partire dal III sec. a.C. Non si registrano inoltre trasformazioni urbanistiche consistenti nel corso del Medioevo e fino al XIX secolo la zona è stata destinata ad orti, il che lascia ipotizzare un alto stato di conservazione delle strutture di età romana. Le principali evidenze archeologiche che sono state documentate nell’area, sono la Porta Aurea e l’asse stradale pavimentato in basoli di trachite, che certamente costeggiava l’attuale costruzione della caserma e su cui si affacciavano gli edifici di età romana posti al di sotto del complesso militare. E’ stato inoltre rinvenuto un secondo asse stradale pavimentato al di sotto di via Nino Bixio che costeggia il complesso sul lato opposto e che delimitava l’isolato a sud-est. La possibilità che all’interno dell’area si trovasse il tempio di Apollo è indicata da Andrea Agnello, nella vita del vescovo Apollinare: “templum Apolinis, quod ante portam que vocataur Aurea, iuxta amphiteatrum, suis orationibus demolivit”. Nella pianta di Savini, in cui è riportata la topografia della città nel X secolo, sono indicati anche i templi di Mercurio e Bacco, esattamente nell’area dove si trova attualmente la caserma. E’ plausibile dunque che il deposito archeologico più consistente dell’area sia quello associato all’età romana, ma non è possibile escludere che prima di essere utilizzata come orti nel XVIII secolo, vi fosse un’occupazione ad uso residenziale, anche nel corso del Medioevo e in questo caso che il deposito archeologico si trovi a partire dal 1 metro di stratificazione al di sotto dell’attuale quota di calpestio."
La Lettera Aperta si conclude con un appello: "Chiediamo di tutelare, salvaguardare e valorizzare il patrimonio archeologico e culturale presente al disotto dell’area della ex Caserma! Signor Ministro, Le rivolgiamo questo appello per non rottamare la nostra storia, chiedendole di intervenire affinché si tuteli e si valorizzi il comune patrimonio archeologico esistente nel sottosuolo dell’area della ex-caserma Alighieri di Ravenna, avviando delle campagne di scavo affinché l’intera area diventi museo archeologico a cielo aperto nel cuore della nostra città, per l’amore della storia di questo nostro Paese. RingraziandoLa anticipatamente per la Sua attenzione, porgiamo le nostre più vive cordialità restando in attesa di una Sua cortese risposta."
"Egregio Signor Ministro On. Dario Franceschini - recita le Lettera Aperta - ci permettiamo rivolgerLe questo appello urgente, certi della Sua sensibilità. Il Comune di Ravenna ed il Ministero della Difesa hanno sottoscritto un Protocollo di intesa il 10 dicembre 2010, per la valorizzazione della ex Caserma Dante Alighieri dove si propone la costruzione di palazzine residenziali e autosilos a parcheggio per oltre 400 auto nell’area della ex caserma in via Bixio. Dal Protocollo d’intesa è scaturito uno Studio per la valorizzazione ed alienazione della ex Caserma Dante Alighieri in data 6 dicembre 2012. La Soprintendenza ai beni culturali dell’Emilia-Romagna ha evidenziato l’alta potenzialità archeologica dell’area per la probabile presenza di strutture insediative che dall’età romana pervengono fino a quella medioevale. La Soprintendenza ha prescritto però l’esecuzione di scavi di sondaggio e di verifica del sottosuolo solo se saranno previsti edifici con parti interrate. Riteniamo non giustificabile ed inaccettabile che lo Stato rinunci a far conoscere al mondo la città di Ravenna ai tempi dell’impero romano."
"L’area della caserma Dante Alighieri è quella dove si registra il più alto valore di potenziale archeologico della città. - continua il Comitato AveRavenna - Si trova esattamente su uno dei cardini della città repubblicana. Nella divisione in zone della città antica vi si trova un intero isolato delimitato dalle attuali via di Porta Aurea e via Guidarello Guidarelli, solo lievemente traslata rispetto all’originaria strada che costituiva il prolungamento dell’antico asse stradale che si trova sotto l’attuale via Ercolana. Nell’area la prima fase di occupazione si trova generalmente oltre i 4,5 m di profondità dal piano attuale di calpestio, ma le fasi tardo antiche si rinvengono anche a 2,5 m. A poche decine di metri, in via Morigia, il deposito archeologico raggiunge una profondità di 9 metri rispetto al piano di calpestio. La tradizione storico-erudita indica che nella zona doveva trovarsi l’Anfiteatro, il tempio di Apollo e quello di Mercurio e di Bacco. Nessuna delle due evidenze è sostanziata da prove archeologiche, ma è certo che l’area faceva parte integrale dell’impianto urbano antico, almeno a partire dal III sec. a.C. Non si registrano inoltre trasformazioni urbanistiche consistenti nel corso del Medioevo e fino al XIX secolo la zona è stata destinata ad orti, il che lascia ipotizzare un alto stato di conservazione delle strutture di età romana. Le principali evidenze archeologiche che sono state documentate nell’area, sono la Porta Aurea e l’asse stradale pavimentato in basoli di trachite, che certamente costeggiava l’attuale costruzione della caserma e su cui si affacciavano gli edifici di età romana posti al di sotto del complesso militare. E’ stato inoltre rinvenuto un secondo asse stradale pavimentato al di sotto di via Nino Bixio che costeggia il complesso sul lato opposto e che delimitava l’isolato a sud-est. La possibilità che all’interno dell’area si trovasse il tempio di Apollo è indicata da Andrea Agnello, nella vita del vescovo Apollinare: “templum Apolinis, quod ante portam que vocataur Aurea, iuxta amphiteatrum, suis orationibus demolivit”. Nella pianta di Savini, in cui è riportata la topografia della città nel X secolo, sono indicati anche i templi di Mercurio e Bacco, esattamente nell’area dove si trova attualmente la caserma. E’ plausibile dunque che il deposito archeologico più consistente dell’area sia quello associato all’età romana, ma non è possibile escludere che prima di essere utilizzata come orti nel XVIII secolo, vi fosse un’occupazione ad uso residenziale, anche nel corso del Medioevo e in questo caso che il deposito archeologico si trovi a partire dal 1 metro di stratificazione al di sotto dell’attuale quota di calpestio."
La Lettera Aperta si conclude con un appello: "Chiediamo di tutelare, salvaguardare e valorizzare il patrimonio archeologico e culturale presente al disotto dell’area della ex Caserma! Signor Ministro, Le rivolgiamo questo appello per non rottamare la nostra storia, chiedendole di intervenire affinché si tuteli e si valorizzi il comune patrimonio archeologico esistente nel sottosuolo dell’area della ex-caserma Alighieri di Ravenna, avviando delle campagne di scavo affinché l’intera area diventi museo archeologico a cielo aperto nel cuore della nostra città, per l’amore della storia di questo nostro Paese. RingraziandoLa anticipatamente per la Sua attenzione, porgiamo le nostre più vive cordialità restando in attesa di una Sua cortese risposta."
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