AveRavenna

AveRavenna

domenica 3 gennaio 2016

AveRavenna: Classe, la storia di una fogna senza fondo

Sabato 18 Ottobre 2014
C’è chi sostiene che è una fogna, chi invece che è un acquedotto, chi un abbeveratoio. L’unica cosa certa è che Classe antica aspetta e che da 30 anni si scava in quella condotta. Dal 1983 gli archeologi e gruppi di volontari esplorano la condotta sotterranea in muratura scoperta fuori dalle mura di Classe antica. Lo scavo, come ha ricostruito l’ingegnere Arnaldo Roncuzzi nel suo periodico “Classe e Ravenna” del 1997, fu eseguito per saggiare l’area in corso di lottizzazione in via Romea vecchia. Prima nella sabbia si incontrarono tombe; più giù ancora tombe ma disposte inclinate, quasi come fossero scivolate in uno scavo.

Il coperchio della condotta venne ritrovato più di quattro metri sottoterra , si capì allora che le tombe scivolate erano precedenti alla costruzione della condotta stessa. La struttura si presentava infatti come quella di un acquedotto interrato. La condotta d’acqua tuttavia venne definita dall’allora Sovraintendente archeologica semplicemente come una fogna. L’ingegner Roncuzzi già allora osservava che una fogna non era. Prima di tutto, sosteneva l’ingegnere Roncuzzi, le fogne non si costruiscono sotto il livello del mare, tanto meno sotto i cimiteri. A noi le tecniche delle fogne sono state tramandate dai romani e come allora le fognature continuano ad essere costruite sotto le strade. Un acquedotto allora? Voi berreste l’acqua di falda che sta al di sotto di una sepoltura? I Romani erano molto attenti all’igiene. Ancora oggi, nel deserto, dove sostano le carovane quando lo spessore dell’acqua dolce è scarso, per alimentare i pozzi si realizza un tunnel orizzontale lungo quasi quanto basta per captare la falda. Meno spessore d’acqua è attingibile, più lungo sarà il tunnel drenante. A Classe la falda è salata ma l’acqua piovana alimenta un piccolo strato che sottoterra non si mescola con quell’acqua salata . In una stazione dell’importanza della base navale imperiale, sosteneva Roncuzzi, era indispensabile una grande quantità di acqua dolce per abbeverare i cavalli. Il fondo del tunnel è dentato per fermare la sabbia finissima eventualmente entrata dalle fessure, per cui ogni tanto occorreva ripulirli. Ecco la funzione dei pozzetti di accesso presenti ogni sedici metri del tunnel. Dunque né fogna, né acquedotto: quel tunnel non è altro che una presa d’acqua orizzontale per alimentare un pozzo per abbeverare cavalli ed asini. Un abbeveratoio che dopo 30 anni di scavi, pare senza fondo.

Nessun commento:

Posta un commento