il manifesto di AveRavenna
maggio 2012
Salviamo la città dei tappeti di pietra
maggio 2012
Salviamo la città dei tappeti di pietra
Il Comune
di Ravenna ed Il Ministero della Difesa stanno proponendo la costruzione di
palazzine e autosilos a parcheggio nell’area della ex caserma Dante Alighieri.
La
Soprintendenza ai beni culturali dell’Emilia-Romagna ha prescritto l’esecuzione
di scavi di sondaggio e di verifica del sottosuolo solo se saranno previsti
edifici con parti interrate.
Lo Stato
rinuncia a far conoscere al mondo la città di Ravenna ai tempi dell’impero
romano.
L’area
della caserma Dante Alighieri è quella dove si registra il più alto valore di
potenziale archeologico della città.
Si trova
esattamente su uno dei cardini della città repubblicana. Nella divisione in
zone della città antica vi si trova un intero isolato delimitato dalle attuali
via di Porta Aurea e via Guidarello Guidarelli, solo lievemente traslata rispetto
all’originaria strada che costituiva il prolungamento dell’antico asse stradale
che si trova sotto l’attuale via Ercolana.
Nell’area
la prima fase di occupazione si trova generalmente oltre i 4,5 m di profondità
dal piano attuale dicalpestio, ma le fasi tardo antiche si rinvengono anche a
2,5 m. A poche decine di metri, in via Morigia, il deposito archeologico
raggiunge una profondità di 9 metri rispetto al piano di calpestio. La
tradizione storico-erudita indica che nella zona doveva trovarsi l’Anfiteatro,
il tempio di Apollo e quello di Mercurio e di Bacco. Nessuna delle due evidenze
è sostanziata da prove archeologiche, ma è certo che l’area faceva parte
integrale dell’impianto urbano antico, almeno a partire dal III sec. a.C. Non
si registrano inoltre trasformazioni urbanistiche consistenti nel corso del
Medioevo e fino al XIX secolo la zona è stata destinata ad orti, il che lascia ipotizzare
un alto stato di conservazione delle strutture di età romana.
Le
principali evidenze archeologiche che sono state documentate nell’area, sono la
Porta Aurea e l’asse stradale pavimentato in basoli di trachite, che certamente
costeggiava l’attuale costruzione della caserma e su cui si affacciavano gli
edifici di età romana posti al di sotto del complesso militare.
E’ stato
inoltre rinvenuto un secondo asse stradale pavimentato al di sotto di via Nino
Bixio che costeggia il complesso sul lato opposto e che delimitava l’isolato a
sud-est.
La
possibilità che all’interno dell’area si trovasse il tempio di Apollo è
indicata da Andrea Agnello, nella vita del vescovo Apollinare: “templum Apolinis, quod ante portam que
vocataur Aurea, iuxta amphiteatrum, suisorationibus demolivit”.
Nella
pianta di Savini, in cui è riportata la topografia della città nel X secolo,
sono indicati anche i templi di Mercurio e Bacco, esattamente nell’area dove si
trova attualmente la caserma.
E’
plausibile dunque che il deposito archeologico più consistente dell’area sia
quello associato all’età romana, ma non è possibile escludere che prima di
essere utilizzata come orti nel XVIII secolo, vi fosse un’occupazione ad uso residenziale,
anche nel corso del Medioevo e in questo caso che il deposito archeologico si
trovi a partire dal primo metro di stratificazione al di sotto dell’attuale
quota di calpestio.
Chiediamo di tutelare, salvaguardare e valorizzare il patrimonio archeologico e culturale presente al disotto dell’area della ex Caserma!
Chiediamo di tutelare, salvaguardare e valorizzare il patrimonio archeologico e culturale presente al disotto dell’area della ex Caserma!
Nessun commento:
Posta un commento