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domenica 3 gennaio 2016

AveRavenna: "L’area della ex Caserma Alighieri e l’archeologia ignorata"

Sabato 8 Giugno 2013
La dott.ssa Maria Grazia Maioli, nell'anno 1998, scriveva, nell'introduzione al libro di Paola Novara “Storia delle scoperte archeologiche di Ravenna e Classe“, come “la città di Ravenna necessita, più che di una carta archeologica dei rinvenimenti, di una carta del rischio archeologico, che permetta di definire le caratteristiche e le potenzialità archeologiche delle singole aree, anche in vista dei programmi di edilizia urbana...”.
Ecco la Soprintendente archeologica attuale, dott.ssa  Chiara Guarnieri che dichiara nel febbraio 2012 come la realizzazione della Carta del rischio archeologico sia "una scelta che dipende dal Comune" e che "è in corso di definizione la sua realizzazione entro l'anno per diventare così uno strumento attivo di tutela".
All'oggi giugno 2013 ancora nulla è stato attivato perché  ciò sia realizzato.
Che cos'è questa CARTA DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO? E' la mappatura di quanto è stato rinvenuto nel corso degli anni in seguito a scavo o rinvenimento fortuito nel sottosuolo cittadino.
A cosa serve? Serve ad evitare uno scavo in emergenza, ad una prolungata campagna di scavi come è stato per la DOMUS di via D'Azeglio.
Lo scavo viene programmato, il tempo di ricerca è notevolmente ridotto, la spesa è limitata.
I reperti che si possono asportare vengono prelevati e le eventuali fondamenta segnalate, misurate e nuovamente coperte.
Il costruttore per compensare le perdite economiche e di tempo ha eventuali agevolazioni e può partecipare col proprio personale alle campagne di scavo sotto la supervisione della Sovraintendenza.
Questa Carta che il Comune di Ravenna stesso dovrebbe velocemente approvare , come è stato fatto in tutte le città e  paesi limitrofi, è stata dallo stesso demonizzata.
Sarah Ricci, Consigliere comunale di Sel, dichiarava "che non si può avere come unico obbiettivo la  realizzazione di aree archeologiche ovunque esse si trovino, senza alcuna connessione con la esigenze della nostra quotidianità."
La mancanza di cultura, di cognizione storica, di apertura ai reali problemi è una grossa lacuna che si può colmare.
Il 31 gennaio 2011 è scaduto il termine del bando  comunale per concorrere alla realizzazione delle carta delle potenzialità archeologiche. Hanno presentato domanda 25 archeologi.
Son trascorsi due anni e si sono perse le tracce della graduatoria.
Perchè non si vuole creare questa Carta del rischio archeologico?
Ancora ci è di aiuto la dott.ssa Maioli..."l'invaso principale del Porto romano era nella zona dell'ospedale e su di esso si apriva Port'Aurea, un'arco onorario che costituiva l'entrata monumentale della città".
Di quale città?- Della RAVENNA ROMANA.-
L'area della ex Caserma Dante Alighieri è quella dove si registra il più alto valore di potenziale archeologico della città. Eccola indicata invece come parcheggio alternativo a Piazza Kennedy con la realizzazione di un parcheggio a silos e come futura lottizzazione edilizia per 300 appartamenti ed un centro commerciale.
Nel Piano regolatore del Comune di Ravenna si indica, nell'area della ex caserma Alighieri, la presenza "di un'alta potenzialità archeologica  per la probabile presenza di strutture insediative che dall'età romana pervengono fino a quella medioevale".
Si, Ravenna è carente di appartamenti in vendita e manca di un ennesimo centro commerciale ma come faremo ad acquistare se siamo disoccupati?
E' il momento per rimboccarci le maniche e scoprire quello che quotidianamente calpestiamo.
I resti della nostra storia sono il futuro nostro e dei nostri figli. L'apertura al turismo con adeguate infrastrutture è ormai l'unica fonte per produrre lavoro.

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