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domenica 3 gennaio 2016

Comitato aveRavenna: "Ritardo della Carta delle potenzialità archeologiche"

Martedì 30 Ottobre 2012

Indispensabile per la pianificazione urbanistica di Ravenna

"Il Comune di Ravenna non possiede ancora la Carta delle potenzialità archeologiche. Questa Carta consente la pianificazione urbanistica della città e del forese esercitando un'efficace tutela e conoscenza del bene archeologico.
La carta delle potenzialità archeologiche  è la mappa di quanto resta del nostro passato nel sottosuolo ravennate e consente la gestione e la tutela del bene archeologico condivisa tra la Sovrintendenza per i Beni Archeologici  ed il Comune attraverso l'interpolazione di una serie di studi ed informazioni scientifiche, archeologiche, geomorfologiche e storiche disponibili individuando attraverso una classificazione, le aree urbane e extraurbane dove sono presenti i resti del nostro passato.
La presenza di una Carta delle potenzialità archeologiche permette alle Soprintendenze di non dover intervenire sempre e solo in situazioni di scavi in emergenza ed alle amministrazioni comunali ed a quanti operano sul territorio, di pianificare e programmare gli interventi edilizi.
Il caso della cementificazione dell'area della ex-caserma di via Bixio è purtroppo esemplare; l'assenza di informazioni sulla presenza di importanti evidenze archeologiche nel sottosuolo, all'interno del Documento congiunto presentato da Comune e dal Ministero della Difesa, ha determinato la scelta di edificare palazzi e parcheggi al disopra della città romana esistente a fianco di Port'Aurea, nel quadrante dell'oppidum.
In tale area del centro storico, rimasta inurbanizzata e destinata ad orti sino al '700, sono presenti a pochi metri di profondità del sottosuolo, i resti dei templi e delle domus romane che sorgevano a fianco della strada imperiale, l'attuale via Port'Aurea, che conduceva dal bacino portuale (posizionato nell'attuale area dell'ingresso del vecchio ospedale di via Nigrisoli) al Foro cittadino .
Riteniamo improcrastinabile l'elaborazione della carta delle potenzialità archeologiche da parte del Comune di Ravenna affinché anche la nostra Città possegga un efficace strumento di pianificazione urbanistica, integrante il Piano Regolatore, che definisca e delimiti le aree critiche dal punto di vista della consistenza dei depositi archeologici allo scopo di prescrivere le future urbanizzazioni attraverso maggiori tutele e vincoli tenendo conto della nostra storia e del nostro splendido passato di Capitale dell'impero romano.
È indispensabile che la pianificazione territoriale della intera Provincia di Ravenna interessi sempre più l'archeologia esistente, come hanno fatto da tempo le province ed i comuni confinanti che hanno inserito la conservazione e la tutela dei beni archeologici nei propri Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (province di Forlì-Cesena, Ferrara, Rimini) e nei Piani Strutturali comunali (città di Ferrara, Forlì, Faenza, Lugo, Forlimpopoli, Cesena) non tralasciando il fatto che tali territori sono di competenza di una unica Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici che ha la propria sede a Ravenna.
Valorizzare il nostro patrimonio archeologico può costituire, per il nostro territorio, un'opportunità di lavoro per le imprese, una possibilità per il futuro dei nostri giovani, un'esperienza unica per le locali scuole specializzate come la Scuola del Restauro del Mosaico e per il Dipartimento di archeologia dell'Università, una occasione per potenziare l'offerta culturale e turistica della città di Ravenna".

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