Gettato il sasso come comitato AveRavenna, nati come paladini della
nostra storia, siamo stati i primi promotori per la tutela della Ravenna
romana, ancora celata sotto l' area della ex Caserma di via Bixio.
Un
primo passo, dopo cinque anni è stato fatto, una tutela archeologica del
sito da parte del Comune ma tutto è ancora nebuloso.
Si può ricordare
quello che è successo negli ultimi tempi.
a) Mercato coperto. La
soprintendente dottoressa Manzelli segnala nel suo libro 'Ravenna', le
strutture superstiti del ponte San Michele: tutto tombato.
b) Chiesa di
S.Agnese, piazza Kennedy. Gli
scavi già indicati da Gerola vengono ripresi e fermati a 20 centimetri
dalla quota ipotetica di rinvenimento del tempio di Ercole Orario. Una
colata di cemento preserverà tutto per l' eternità.
c) Scavi zona Lidl
Ponte Nuovo. «... sembra che la necropoli identificata in corrispondenza
del sottopassaggio ferroviario di via dei Poggi costituisca una realtà
unitaria con le attestazioni funerarie identificate in questo sito...»
(zona Lidl).Ultimamente distrutto da nuovi 'condotti fognari'.
Le
notizie di scavo sulla zona indicata sono tratte sempre dal libro
Ravenna della dottoressa Manzelli.
A questo punto un unico quesito, cosa
sarà dell' area della ex Caserma, cosa si scoprirà o ancor meglio, cosa
si coprirà?
Marina Giusti
AveRavenna
giovedì 2 novembre 2017
RAVENNA: ampliamento di supermercato sopra la necropoli di Ponte Nuovo
RAVENNA: ampliamento di supermercato sopra la necropoli di Ponte Nuovo
L'assenza della Carta Archeologica del territorio di Ravenna ha consentito l'avvio dei lavori edili per l'ampliamento di un supermecato nella zona di Ponte Nuovo.
L'area non è tutelata dal punto di vista archeologico nonostante che i sondaggi eseguiti da Roncuzzi e Cortesi dimostrino la presenza di necropoli.
I lavori edili di sbancamento del terreno, per adesso, sono stati sospesi ed è intervenuta la Soprintendenza a tutela dei resti archeologici.
Nella immagine sono evidenziati i sondaggi con le indicazioni di Cortesi e Roncuzzi, l'area urbana in mappa e vista dal satellite di Ravenna..
sabato 14 ottobre 2017
NUOVA VITA PER LA DANTE ALIGHIERI Scavi archeologici conoscitivi nell'area dell'Oppidum romano di Ravenna
Corriere Romagna 30 maggio 2017
NUOVA VITA PER LA DANTE ALIGHIERI
Il sindaco: «Un albergo al posto della caserma di via Bixio»
De
Pascale annuncia un nuovo progetto per la struttura che la passata
amministrazione propose di trasformare in parcheggio. Ora si punta su
turismo e scavi archeologici
...Il cambio di sindaco porta con sé anche un cambio di prospettiva, così la previsione del parcheggio di Matteucci lascia il posto alla struttura ricettiva con sala conferenza annessa del primo cittadino Michele De Pascale che anche nella veste di presidente della Provincia ha firmato ieri con il direttore dell'Agenzia del demanio Roberto Reggi un protocollo d'in - tensa tra Comune, Provincia e Agenzia del Demanio per la promozione di quello che appare un vero e proprio programma di valorizzazione degli immobili pubblici.
giovedì 25 maggio 2017
La misteriosa storia del mosaico sepolto sotto il parcheggio comunale
Dalle carte di Arnaldo Roncuzzi emerge una vicenda sconosciuta: negli anni Settanta fu ritrovato ma non estrapolato un bel pavimento che Ave Ravenna pensa sia della chiesa del Beato Eusebio. Si trova nel parcheggio Romolo Augostolo
Un magnifico mosaico figurato multicolore, con prevalenza del rosso, sepolto dal cemento di un parcheggio. Una storia in parte simile a quella di piazza Kennedy, sconosciuta alla quasi totalità dei ravennati. Il mosaico fu ritrovato dall’ingegner Arnaldo Roncuzzi – scomparso all’età di 89 anni lo scorso dicembre – grande esperto d’idraulica e cultore di archeologia in grado di legare il proprio nome alle scoperte archeologiche di Classe, dove contribuì al ritrovamento dell’Antico porto.
Roncuzzi ne parla nei documenti raccolti e conservati dal comitato Ave Ravenna, che abbiamo avuto modo di consultare. In particolare la scoperta di cui sopra avvenne durante i sondaggi realizzati negli anni Settanta per i rilievi dei murazzi costieri romani che costituivano la difesa per l’erosione marina e che da Classe arrivavano fin oltre la Rocca Brancaleone. E in questa zona, sopra a un murazzo alla profondità di circa due metri, Roncuzzi rinvenne il pavimento mosaicato («che mi pento di non aver fotografato», si legge nei documenti storici) appartenente ai resti di una chiesa del V-VI secolo. «Probabilmente – ci scrivono da Ave Ravenna sulla base dei loro studi – si tratta della chiesa consacrata al Beato Eusebio, la stessa in cui dimorò Massimiano (il primo arcivescovo di Ravenna, dal 546 al 556, ndr) prima di essere accettato in città».
Città che in quel periodo vedeva infatti il vescovo istriano come una sorta di usurpatore, un rappresentante del potere imperiale, essendo stato inviato a Ravenna dall’imperatore bizantino Giustiniano. «Per questo motivo – continua il comitato – dimorò per anni nella chiesa ariana, lui invece vescovo cristiano, del Beato Eusebio, fuori dalle mura, a nord della città, non lontano dalla Porta Anastasia». In questo caso – ricordava Roncuzzi – sotto l’altare potrebbe trovarsi il deposito dell’oro di Massimiano. Il riferimento è all’oro dei mosaici di San Vitale, la basilica che lo stesso Massimiano contribuì fortemente a costruire e dove curò la realizzazione dei celebri mosaici con i ritratti di corte di Giustiniano e dell’imperatrice Teodora in cui si fece ritrarre accanto all’imperatore e con il nome scritto a chiare lettere.
Ricostruita la storia, arriviamo al cemento. Le fondamenta della chiesa dove dimorò Massimiano e dove Roncuzzi dichiara di aver ritrovato il mosaico sono infatti individuabili nell’area del parcheggio comunale Romolo Augustolo, adiacente la casa di cura San Francesco di Ravenna. La chiesa con il tempo ha poi cambiato nome in San Giovanni in Marmorario in quanto posizionata di fronte al bacino commerciale (nei terreni dell’area ex Amga di via Venezia) adibito principalmente allo scarico, deposito e lavorazione dei marmi. Chiesa che diventa poi sede della Compagnia della Buona Morte – un ordine religioso che aveva il compito di accompagnare al patibolo i condannati a morte, di donargli l’ultima preghiera e curarne la sepoltura –, distrutta verso l’anno 1000 e trasferita nella piazzetta delle antiche carceri, dove se ne perdono definitivamente le tracce con l’edificazione della prefettura.
L’appello di Ave Ravenna è quello – oltre che di tenerne conto nella Carta delle potenzialità archeologiche, in ultima fase di realizzazione – che i mosaici pavimentali in tessere rosse della chiesa di San Giovanni in Marmorario siano estrapolati ed esposti, magari nella chiesa di San Nicolò (sede del museo Tamo), «riconoscendone con una targa la scoperta all’ingegner Roncuzzi».
lunedì 20 febbraio 2017
AVERAVENNA: RAVENNA HA LA CARTA DELLE POTENZIALITA' ARCHEOLOGICHE
Ravenna, 17 febbraio
2017
Presentata alla
Commissione consiliare nel mese di gennaio: la Carta è però incompleta
RAVENNA HA LA CARTA ARCHEOLOGICA (CHE NON DIVENTI PERO’ CARTASTRACCIA)
Necessarie subito regole chiare di tutela delle aree
archeologiche e di modifica del piano regolatore PSC e del regolamento edilizio
RUE
E’ stata presentata lo scorso 23 gennaio la Carta delle Potenzialità Archeologiche del territorio del Comune di Ravenna nella riunione della Commissione consiliare n° 3 Assetto del territorio.
La Carta è stata elaborata seguendo le Linee guida emesse dalla regione Emilia-Romagna, nel 2014, per l’elaborazione della carta delle potenzialità archeologiche del territorio.
La Carta
archeologica di Ravenna era stata richiesta già nel 2012 dal nostro
Comitato per salvaguardare la storia di Ravenna presente sotto Ravenna stessa
in occasione della cementificazione prevista per l’area della ex caserma
militare di via Bixio dal Comune di Ravenna.
La società ArcheoSistemi, vincitrice della gara di
appalto, doveva elaborare, entro la fine del 2015, lo studio delle potenzialità
archeologiche del Comune di Ravenna. Lo studio è stato però consegnato solo nel
2016.
Lo Studio redatto dopo due anni di lavoro individua, schedandoli
e riportandoli sulle mappe, i ritrovamenti puntuali dei reperti archeologici
avvenuti in città e nel forese suddividendo il territorio comunale in zone di
tutela a diversa potenzialità archeologica.
E’ però necessario integrare le informazioni contenute nella Carta delle Potenzialità Archeologiche
per la mancanza di numerosi ritrovamenti archeologici documentabili della
viabilità storica mancante e della bibliografia di consultazione carente.
La Carta delle Potenzialità Archeologiche possiede
inoltre una grave lacuna rappresentata dalla mancata classificazione del centro
storico di Ravenna imputabile anche al fatto chela Regione Emilia-Romagna non
ha ancora emesso le Linee guida per l’elaborazione della Carta archeologica dei
centri storici.
E’ fondamentale tutelare
e valorizzare le aree con alta probabilità di rinvenimenti archeologici presenti
nel territorio comunale e maggiormente nell’area urbana di Ravenna modificando, da subito, le regole edilizie
del RUE (Regolamento Urbanistico Edilizio) in modo più conservativo e tutelativo
delle presenze archeologiche giungendo anche a modificare la pianificazione
territoriale prevista dal vigente Piano regolatore PSC (Piano Strutturale
Comunale) allo scopo di salvaguardare la città archeologica presente nel
sottosuolo.
Difatti in tali aree, dove ogni intervento che
presuppone attività di scavo e/o movimentazione del terreno, dovrà essere subordinato
all'esecuzione di sondaggi preliminari, svolti in accordo con la competente
Soprintendenza per i Beni archeologici.
Le regole edilizie da introdurre nel RUE per l’area
del Centro storico e del’area urbana di Ravenna devono comprendere il
preventivo nullaosta della Soprintendenza per tutti gli interventi di
demolizione e ricostruzione o che comportino opere di fondazione e di scavo
oltre i 50 centimetri di profondità oltre che essere
preceduti da indagini archeologiche preliminari
(carotaggi e/o saggi di verifica
archeologica).
archeologica).
La
pianificazione urbanistica, prevista dal PSC, deve essere modificata nella destinazione delle aree per la costruzione di
edifici o infrastrutture o attività produttive allo scopo di salvaguardare,
tutelare e valorizzare le testimonianze storiche ed archeologiche presenti nel sottosuolo.
E’ necessario infine vincolare le aree di proprietà pubblica come, ad esempio, l’area
della ex Caserma Alighieri di via Bixio, l’area di largo Giustiniano (parcheggio
ex-caserma Gorizia), il parcheggio di via Porta Aurea e quello di via
Guidarelli, e le aree private degli
orti degli ex-Cappuccini e dell’ex-AMGA di via Venezia per scongiurare le
cementificazioni previste.
In queste aree è indispensabile avviare delle regolari campagne di scavo per la scoperta e
valorizzazione delle esistenti presenze archeologiche trasformando il rischio
archeologico in una potenzialità di sviluppo e conoscenza della nostra Ravenna.
Comitato AveRavenna
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